Quando si verificano eventi come quello di oggi 14/08/2018, in cui abbiamo assistito al crollo del famoso ponte Morandi di Genova, si ci rende conto delle spaventose responsabilità che si assume un ingegnere strutturista che si affanna a voler continuare nel faticoso, e poco remunerato lavoro dello strutturista. L’ingegnere Strutturista opera nel campo della scienza applicata, in cui i dati di partenza sono deterministici e definiti scientificamente, ma con intervalli di variabilità definiti in maniera statistica, tanto è vero che si effettuano le verifiche di resistenza degli elementi strutturali con il metodo semiprobabilistico agli stati limite, che ha soppiantato del tutto nelle moderne normative il vecchio e glorioso metodo delle tensioni ammissibili. Lo strutturista in sostanza è costretto ad esercitare L’arte di formare con materiali che nella realtà non si conoscono,delle forme che nella realtà non si possono realizzare,per resistere a delle forze che nella realtà non si possono valutare in modo tale che la gente non possa, nella realtà, sospettarlo. (S. Kelsey). L’ingegnere strutturista deve avere una solida preparazione tecnica ed esperienza di cantiere, ma sopratutto deve essere dotato di molto coraggio, perché sarà lui ad assumersi le responsabilità in caso di errore. E gli errori in questo campo, come in nessun altro, sono fatali e non ammettono rimedi. Il loro accadimento è causa di perdita di vite umane e di esposizione alla pubblica berlina. Ma di questo la nostra società, non tiene conto. Il nostro bel paese italico, si da molto spazio ai ciarlatani, ai beoti che sono strapagati in televisione, ai funzionari pubblici che senza un minimo di competenza deliberano su autorizzazioni e pareri su grandi opere senza aver mai affrontato una progettazione strutturale e tutti i rischi, le tensioni che comporta. Si privilegia poi il massimo ribasso nelle gare di progettazione, dando spazio alle società di ingegneria, che subappaltano le progettazioni al primo peones disponibile, a discapito dei piccoli professionisti che potrebbero fare molto meglio. A eventi come questo di stamattina poi segue il corso della magistratura che, avvalendosi di CTU sottopagati e sfruttati, emette plateali sentenze di condanna. Ma nessuno di questi zelanti funzionari tiene conto delle difficoltà in cui si muove l’ingegneria Italiana, che è sottopagata, sfruttata ed affamata da leggi infami, come le famose lenzuolate di Bersani che hanno operato una sistematica distruzione delle professioni tecniche che continua tutt’ora, nell’assordante silenzio dei mass media. Addirittura gli ingegneri, che sono gli artefici della nostra società moderna sono visti come gli evasori fiscali, contro cui ingaggiare una lotta spietata. Guai poi se lo strutturista commette  qualche errore: va immantinente imprigionato e sottoposto, se possibile, finanche alle pene corporali, se possibile! Però nessuno sa che in sostanza ormai gli ingegneri sono i nuovi poveri, che a testa alta e con la schiena dritta sopportano i duri colpi inferti loro dalla nostra infame classe politica, che come un rapace si è assicurata il suo bel privilegio, per se e per i suoi parassiti, non remunerando con il giusto compenso chi, come l’ingegnere strutturista ha sudato davvero per prendersi la laurea e si mette in gioco ogni giorno per quattro soldi. Invito tutti i liberi professionisti a riflettere su quanto esposto ed a prendere consapevolezza del baratro in cui siamo caduti.